Nel novembre 2018, presa dalla voglia di condividere con un largo pubblico il frutto della mia esperienza di professionista a contatto con persone in lutto, ho redatto per un noto portale di legge un articolo sulle azioni migliori per tornare in equilibrio dopo la morte di una persona cara.
Potete leggere quello che ho scritto a questo link https://www.laleggepertutti.it/245583_come-affrontare-un-lutto oppure leggere una sintesi nell’articolo qui di seguito.
Buona lettura!
Hai subìto un lutto e ti senti perso, frustrato, incapace di dare un senso a quanto è successo? Tutto ciò è normale.
Sebbene la morte faccia parte del percorso di vita di ognuno, nessuno in famiglia o a scuola ti insegna mai come affrontare un lutto e metabolizzarlo.
Il tema della scomparsa continua ad essere un grande tabù per la cultura occidentale moderna. La morte viene sempre più allontanata dalla quotidianità e relegata negli ospedali e nelle case di riposo. Morire è visto come qualcosa di estremamente privato e se vivi un lutto rischi così di sentirti solo e spaesato.
Per questo diventa importante che ti fermi, ti prendi del tempo per riflettere, per leggere alcuni preziosi consigli su come far fronte ad una situazione così difficile. Ritrovare te stesso è possibile, ma richiede uno sforzo emotivo tale che devi muoverti a piccoli passi e farlo nella direzione giusta, su un sentiero già segnato. Se stai vivendo un lutto l’articolo che segue ti prenderà per mano, ti aiuterà a tracciare il tuo sentiero, a guardare con occhi nuovi dentro e fuori di te, per poter ristabilire un equilibrio interiore sano anche dopo una perdita.
Fermati e guardati dentro
Esistono alcune accortezze comportamentali che possono aiutare la mente ad affrontare un lutto in modo meno traumatico. Eccole di seguito. Innanzitutto, caro Lettore, accetta che è successo.
Purtroppo non è un film, non è accaduto a qualcun altro, non è un video in cui possiamo mettere rewind e tornare indietro. E’ successo. Ripetitelo come un mantra ed evita di rimandare tale pensiero fingendo con te stesso che non sia vero. Accetta di soffrire, ma concediti di farlo coi tuoi tempi e i tuoi modi.
La parola lutto viene dal latino lugère, piangere. L’etimologia stessa fa capire che ogni lutto implica direttamente un dolore, esso è inevitabile. Le sfumature d’intensità di tale sofferenza e le modalità con le quali essa si può manifestare sono però numerose quanto il numero delle persone presenti sulla terra: ogni individuo vive le sue emozioni in un modo totalmente personale e non esiste un modo corretto per soffrire né una via uguale ad un’altra per dimostrare ciò che si prova.
Non ascoltare, quindi, chi sminuirà ciò che stai provando dicendoti immediatamente di “tornare a vivere” e di “non buttarti giù”, non sentirti in colpa se hai voglia di sorridere e c’è chi invece ti vorrebbe col lutto al braccio: nessuno ha la verità in tasca né una lente speciale che mostri ciò che provano gli altri dentro al cuore, nessuno si deve permettere di dare indicazioni o esprimere giudizi su come soffri e ti comporti tu.
Sfogati
Senti il bisogno di correre in mutande in piena notte, di piangere ogni volta che sali in auto, di urlare al cielo? Fallo. Ma non farti aiutare da falsi amici come alcol, droghe o sale da gioco che ti darebbero un sollievo momentaneo ma ti presenterebbero degli interessi più alti di un usuraio crudele.
Lascia spazio al ricordo
Non scacciarlo, non allontanarlo, non temere le lacrime che ti susciterà. Chiuditi in casa e tira fuori tutti i ricordi più belli, gli oggetti che più hanno significato, le cose che più hanno voluto dire qualcosa per te e la persona che non c’è più. Sistema le foto sparse nei cassetti, da’ un ordine ai souvenir dei viaggi fatti insieme, ripercorri con la mente le cose più importanti. Passare in rassegna i ricordi più intensi ci permette di averli tutti davanti agli occhi e di dare poi un nuovo ordine alle cose, di sistemarle tutte in un nuovo, capiente cassetto della memoria.
Scrivi
Prendi foglio e penna (oppure un computer) e descrivi le immagini più significative che ti vengono in mente sulla persona che non c’è più. Se il rito funebre c’è già stato i tuoi appunti potranno diventare l’inizio di un diario privato su cui annotare ciò che provi quando te la senti. Se il funerale non c’è ancora stato i tuoi appunti potranno diventare un bellissimo elogio funebre, che puoi scrivere direttamente tu o far scrivere da qualcuno che lo fa per mestiere (se senti il bisogno di una guida contattami). Un elogio scritto con il cuore, come è usanza fare negli Stati Uniti, permette a chi se ne è andato di lasciare la grande festa della vita raccontando a tutti quali erano i dettagli che più amava, gli aneddoti più salienti, i tratti più importanti della sua esistenza.
Ascoltati e prenditi cura di te, sia nel corpo che nell’anima
Non sottovalutare i segnali che ti manda il corpo attraverso malesseri e dolori e, se necessario, rivolgiti ad un dottore, ma al tempo stesso non dimenticare che anche il tuo cuore deve essere curato e tenuto al caldo. Se senti che una cosa ti dà sollievo, falla. Se senti che una cosa ti dà particolare dolore, evitala. Apri gli occhi e guardati attorno.
Torna in contatto col mondo
Dopo esserti chiuso in casa, avere scritto, avere urlato da solo, arriverà il momento in cui dovrai e vorrai tornare in contatto col mondo. In primis, parla del defunto con chi lo conosceva e lo amava di più. Anche se non ti sentirai mai completamente sollevato, almeno ti sentirai capito da chi sa perfettamente cos’hai perso. Parlate di lui/lei, ridete dei suoi difetti, ripercorrete la sua storia.
Resta in compagnia
L’essere umano è un animale sociale e trae grande forza dallo stare con gli altri: quando riesci resta in compagnia, soprattutto di chi ti dà forza. Ricorda che non c’è nulla di strano o
sconveniente nel chiedere aiuto anche ad uno specialista come uno psicologo o ad un gruppo di supporto di persone che abbiano vissuto la stessa esperienza. L’energia che si sprigiona da altri esseri umani ti aiuterà a non crollare.
Tieniti impegnato
Il far niente è dolce solo quando la mente è sgombra, mentre quando si hanno pensieri è meglio avere la testa impegnata e non riflettere troppo. Concentrati su cose che ti danno
gratificazione, da una parte fisica (passeggiate, sport, tutto ciò che permetta al tuo corpo di eliminare tossine e produrre endorfine) e dall’altra spirituale: se sei religioso frequenta la chiesa e l’oratorio, ciò ti permetterà di riconnetterti con la tua fede e di dare un senso più ampio a ciò che ti è accaduto; che tu sia credente o meno frequenta mostre e concerti, la forza dell’arte può aiutare la tua mente a volare più in alto delle preoccupazioni.
Prenditi cura di altri esseri viventi
Gli “altri” possono essere le persone bisognose con cui verrai in contatto nel mondo del volontariato, i vicini di casa, degli animali da custodire. Gabriele D’Annunzio diceva che “siamo ciò che abbiamo donato”: non sottovalutare il potere terapeutico del donarsi, del sentirsi utili per qualcuno, di spendere il proprio tempo e le proprie energie in favore di chi ne ha bisogno.
Alzati e guarda distante, oltre l’oggi
Permettiti di essere felice e non sentirti in colpa per esserlo. Se la persona che hai perso ti amava voleva la tua felicità, dunque concentrati sul fatto che vederti contento le farebbe immensamente piacere. Ricominciare a vivere sarà renderle omaggio.
Crea dei piccoli rituali
I rituali hanno in sé qualcosa di magico, di antico, di potente: riescono a dare forza alle persone e, se ripetuti, a dare un senso diverso alle cose. Rifletti su quali erano le frasi che la persona scomparsa diceva più spesso, le canzoni che amava, i gesti che la caratterizzavano e scegli nel mare dei ricordi qualcosa che tu possa concretamente “copiare” e ripetere con periodicità, qualcosa che mantenga vivo il defunto nella tua memoria e gli permetta di accompagnarti in modo silenzioso lungo le tue giornate, di vivere attraverso di te.
Libera lo spazio
Quando ti sentirai pronto a farlo, metti per terra gli oggetti che appartenevano al tuo caro e riponili con cura in tanti scatoloni, magari divisi per tipologia (scatola delle foto, scatola dei vestiti, ecc.). Poi metti gli scatoloni in un luogo sicuro, accessibile ma non visibile costantemente.
Per ricominciare una nuova vita devi portare i ricordi nel cuore ma fare spazio a nuova energia e nuove cose intorno a te. Il Feng Shui, una disciplina orientale nata migliaia di anni fa, insegna come la nostra serenità e il nostro equilibrio siano strettamente correlati con gli oggetti di cui ci circondiamo in casa, da come li disponiamo, addirittura dal colore che hanno.
Tale disciplina dice che una forte presenza di cose vecchie in una dimora, in particolare se appartenenti a persone amate ma scomparse prematuramente, possono bloccare in modo pericoloso il fluire dell’energia mentale e lasciare gli individui ancorati al passato, senza la capacità di andare avanti. Se vuoi ripartire sposta i ricordi materiali in un garage o in una cantina: non sentirti in colpa, gli oggetti saranno comunque accessibili e potrai andarli a vedere o toccare se ne sentirai il bisogno.
Quando avrai recuperato le forze, dai inizio ad un nuovo progetto. Una canzone del noto cantante Niccolò Fabi intitolata “Costruire” dice che se a qualsiasi uomo chiedessimo di chiudere gli occhi ed immaginare una gioia probabilmente penserebbe ad una partenza, ad un nuovo inizio, all’eccitazione di una prima volta, quando “tutto ti sorprende e nulla ti
appartiene ancora”. Un progetto che sta nascendo porta con sé il potere catartico della novità, l’euforia inattesa del sentirsi vivi. Perché è questo il passo più importante, caro lettore devi ricordare di vivere, non devi dimenticare che quello che affrontiamo su questa terra è un cammino, fatto di tratti difficili, a volte insopportabili e faticosi, a volte straordinari, ma sempre e comunque carichi di significato, se sappiamo coglierlo. Vivi, fallo per te e per la persona che amavi e non c’è più. Vivi nel suo ricordo ma senza lasciare che tale ricordo tolga un senso ai tuoi giorni.